Storia

STORIA

La storia del paese

Farindola, piccolo comune della comunità vestina che sorge sulle falde orientali del Gran Sasso ad un’ altezza di 530 m. s. l. m. Raggiunge la sua massima quota a 1892 metri con il Monte San Vito. Farindola è la culla naturale della biodiversità. il comune è infatti caratterizzato da ambienti naturali molto diversi tra di loro, ci sono boschi, pascoli d’alta quota, ambienti fluviali, rupestri, forestali e coltivabili. La ricchezza ambientale farindolese favorisce l’insediamento di una notevole varietà di flora e fauna. Le sue origini sono certamente medievali come testimoniano la sua posizione arroccata su di un colle, le sue porte d’accesso, i percorsi tra le case e le caratteristiche scalette del centro storico.

La storia del paese

Farindola, piccolo comune della comunità vestina che sorge sulle falde orientali del Gran Sasso ad un’ altezza di 530 m. s. l. m. Raggiunge la sua massima quota a 1892 metri con il Monte San Vito. Farindola è la culla naturale della biodiversità. il comune è infatti caratterizzato da ambienti naturali molto diversi tra di loro, ci sono boschi, pascoli d’alta quota, ambienti fluviali, rupestri, forestali e coltivabili. La ricchezza ambientale farindolese favorisce l’insediamento di una notevole varietà di flora e fauna. Le sue origini sono certamente medievali come testimoniano la sua posizione arroccata su di un colle, le sue porte d’accesso, i percorsi tra le case e le caratteristiche scalette del centro storico.

Nella sua storia il nome che identifica questa zona ha subito diverse variazioni, da Fara in Pinna in epoca alto-medievale a Castrum Farinulae in epoca medievale, da Farinola in epoca rinascimentale a Farindola dal XVIII fino ad oggi. Secondo la leggenda Farindola, inizialmente sorgeva a Valle D’Angri e il suo nome era Farina. Farindola negli anni fu vittima di incursioni e conquiste da parte di popoli venuti da fuori, nel periodo rinascimentale si trovò al centro di una lotta che vide contrapporsi la città di Penne e la città de L’Aquila.

L’allora Farindola, nel cinquecento, acquistò una grande fame essendo un Castello di Penne. In quell’epoca Carlo V concesse a sua figlia, Margherita D’Austria, il possedimento di Farindola e ne fu proprietaria dal 1539 al 1586. Successivamente il Castello di Farindola passò sotto il comando dei Duchi Farnese di Parma e Piacenza, i quali ebbero il dominio fino al 1731, anno in cui con la morte dell’ultimo esponente dei Farnese la casata si estinse e Farindola passò sotto il dominio del re di Napoli. Vi fu il ritorno dei Borbone.

Nella sua storia il nome che identifica questa zona ha subito diverse variazioni, da Fara in Pinna in epoca alto-medievale a Castrum Farinulae in epoca medievale, da Farinola in epoca rinascimentale a Farindola dal XVIII fino ad oggi. Secondo la leggenda Farindola, inizialmente sorgeva a Valle D’Angri e il suo nome era Farina. Farindola negli anni fu vittima di incursioni e conquiste da parte di popoli venuti da fuori, nel periodo rinascimentale si trovò al centro di una lotta che vide contrapporsi la città di Penne e la città de L’Aquila.

L’allora Farindola, nel cinquecento, acquistò una grande fame essendo un Castello di Penne. In quell’epoca Carlo V concesse a sua figlia, Margherita D’Austria, il possedimento di Farindola e ne fu proprietaria dal 1539 al 1586. Successivamente il Castello di Farindola passò sotto il comando dei Duchi Farnese di Parma e Piacenza, i quali ebbero il dominio fino al 1731, anno in cui con la morte dell’ultimo esponente dei Farnese la casata si estinse e Farindola passò sotto il dominio del re di Napoli. Vi fu il ritorno dei Borbone.

I diversi libri che parlano della storia di Farindola, si parla dell’esistenza di un sistema difensivo medievale costituito da quattro torri. Oggi delle torri abbiamo traccia del basamento di una casa che si trova alla fine della piazza principale del comune, un’altra, probabilmente quattrocentesca ben conservata, si trova in zona Fonte, un’altra probabilmente fu inglobata nel Palazzo Farnese, della quarta torre rimane oggi bene poco poiché è stata coperta da una nuova muratura per evitare il collasso e si trova nelle vicinanze del monumento dei caduti di Marcinelle, sopra il pazziale antistante la Ciesa Madre di Farindola.

Il Castello vero e proprio aveva sede nella piazza oggi dedicata a Papa Wojtyła e le sue rovine furono demolite nel 1952, anno in cui iniziarono i lavori per la costruzione della suddetta piazza.

Anche le porte d’accesso del paese erano quattro, tre delle quali sono ancora esistenti e ben visibili: Porta della Fontana, in fondo al paese; Porta del Mulino e Porta Farnese. Il quarto arco d’accesso, Porta San Rocco, probabilmente si trovava nelle vicinanza dell’attuale palazzo comunale, dove sorgeva l’omonima chiesetta. questi archi prendono anche il nome di porte del castello (castello inteso come paese fortificato) venivano chiuse per evitare l’ingresso del bestiame e quando veniva radunato il consiglio, convocato con il suono del corno, strumento tradizionale farindolese, al quale era dedicata una delle tre scuole che Farindola vanta di ricordare. Le altre due scuole erano dedicate alla lotta dell’uomo contro uomo e della lotta dell’uomo contro l’uomo.

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