Recentemente ristrutturata, si tratta della più importante fontana del centro storico del paese, esistente probabilmente già nel Medioevo. Fa parte delle ben 39 polle che infiorano il territorio di Farindola, ognuna indipendente l’una dall’altra e con specifica risorgiva proveniente da Campo Imperatore, innevato per buona parte dell’anno. Essa presenta una struttura rettilinea in pietrame e laterizio con copertura a tetto, delle lesene ordinano le quattro bocche (aperture) che servono per attingere acqua dalle cisterne. Sul lato destro è stata ricavata un’apertura con arco a tutto sesto al cui interno si trova la vasca di raccolta delle acque per deflusso delle cisterne. Nelle sue vasche si abbeverava il bestiame e facevano il bucato le donne del posto, abitudine perdurata sino agli anni ’60 circa del secolo scorso. In epoca napoleonica costituì un punto di ritrovo per i soldati d’oltralpe poiché è alla font che essi, secondo la tradizione orale, si riposavano e facevano abbeverare i cavalli. Dalla fontana, da cui sgorga ancora acqua purissima, prende il nome il rione circostante, una delle quattro porte di accesso al borgo e la piazza, ora intitolata a Guglielmo Marconi. Recenti studi hanno portato anche ad ipotizzare che questa fontana sia il risultato proveniente dalle abilità acquistate dai giovani dell’area vestina che nella tarda Età Repubblicana e Inizio Età Imperiale erano mandati in Palestina a svolgere una specie di servizio militare. In Palestina venivano costruite fontane del genere ed esse prendono il nome di Qanat. Un altro esemplare di Qanat ben visibile e conservato nella regione si trova a Bisenti (comune della provincia di Teramo).
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